Archeologia

Isola Comacina - Archeologia

Il Palinsesto Archeologico della Comacina

Considerata uno dei siti archeologici più straordinari dell’Italia Settentrionale per l’Altomedioevo, l’Isola Comacina ha riottenuto la gloria del suo passato grazie alle campagne di scavo compiute nel corso del 1900. Queste hanno riportato in luce un palinsesto archeologico di eccezionale interesse, databile dall’epoca romana al XVI secolo.

Si deve a Ugo Monneret de Villard, storico e archeologo, il merito della prima campagna di scavi, compiuta nel 1914 e rivolta totalmente alla scoperta dei resti di S. Eufemia. Seguirono quindi altre cinque campagne archeologiche tra 1958 e il 1978, condotte dall’architetto Luigi Mario Belloni, appassionato della terra lariana, insieme alla moglie dott.ssa Mariuccia Zecchinelli. Si scoprirono numerosi resti architettonici per lo più paleocristiani e altomedievali insieme a un’ingente quantità di reperti mobili. Belloni compì anche una straordinaria campagna di ricerche subacquee nell’area lacustre circostante che permise di riportare a terra numerosi reperti dell’Isola.

Oltre ai numerosi resti civili realizzati con criteri militari, compaiono avanzi di un colonnato marmoreo di epoca romana visibili sotto il pavimento della secentesca chiesa di S. Giovanni Battista. Vi sono poi ritrovamenti tardo-antichi, come il basamento di una torre che funse con ogni probabilità da campanile per la Basilica romanica di S. Eufemia e testimonianze paleocristiane come l’aula battesimale biabsidata. Le valenze archeologiche più notevoli riguardano il complesso di S. Eufemia, di cui sono visibili la divisione a tre navate e tre absidi, la bellissima cripta e il portico ad ali antistante, insieme ai resti della chiesa di S. Maria col Portico e di S. Pietro in Castello. Alcune ricerche hanno riguardato anche le murature in pietra squadrata del complesso medievale dei SS. Faustino e Giovita.

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