Case per Artisti in stile Razionalista

© Isola Comacina - COMCEPT
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Il progetto di realizzare sull’Isola Comacina alcuni alloggi per artisti risale al 1920, quando l’Isola – donata da Augusto Caprani al re del Belgio Alberto I e da questi poi allo Stato italiano – viene affidata all’Accademia di Brera.

Nel 1933 Pietro Lingeri (1894-1968) è incaricato del progetto. L’architetto di Tremezzo ha già alle spalle numerosi incarichi nella sua terra di origine, tra cui la sistemazione del parco della villa Meier e la sede dell’AMILA – Associazione motonautica italiana Lario (1927-31). Tre anni dopo, nell’Italia da poco scivolata nell’avventura dell’Impero, i progetti di radicale modernità che Lingeri aveva elaborato non sono più graditi agli apparati di regime. Lingeri elabora nuove soluzioni dove la possibilità di conciliare razionalismo e tradizione locale segue le strade già esplorate da Le Corbusier pochi anni prima.

La versione definitiva delle Case per artisti vede la luce tra il 1937 e il 1939 e la costruzione si realizza in un solo anno nel 1940. È una reinterpretazione in chiave razionalista dell’architettura vernacolare lariana. Gli elementi dell’architettura contadina, le passerelle lignee o i loggiati aperti in facciata, convivono con soluzioni tipiche del repertorio modernista, come le finestre a nastro o le pareti in vetrocemento. Si realizzano tre varianti di uno stesso schema planimetrico che comprende al piano terra una zona pranzo, una cucina, un locale studio a doppia altezza e al piano superiore la camera da letto e un piccolo bagno. La muratura portante è in blocchi di pietra di Moltrasio, intonacata a calce negli interni e in stucco lucido nei locali servizi. I solai superiori, le scale interne, così come i serramenti sono in legno di castagno, mentre la struttura portante e l’orditura dei tetti, a falde rovesciate e rivestiti in lastre di ardesia, è realizzata in abete. È una composizione che vede la giustapposizione di piani murari e volumi lignei che si rivelano nei punti di interruzione.

Le Case vengono utilizzate per brevi soggiorni estivi da artisti italiani e belgi. Alla fine degli anni Novanta le Case, abbandonate e con elementi irrimediabilmente compromessi, necessitano un complessivo intervento di conservazione. Questo, diretto dagli architetti Andrea Canziani e Rebecca Fant, viene realizzato nel 2009-10 e rende nuovamente leggibili i rapporti tra colori e materiali originari, il mantenimento dei segni della storia trascorsa e un attento inserimento di impianti connessi agli indispensabili adeguamenti funzionali, per tornare ad essere residenze d’artista per il XXI secolo.

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